sabato 27 giugno 2009

Il desiderio del pappagallo


Un ricco mercante della Persia era riuscito a procurarsi l’esemplare di una rara specie di pappagallo che aveva regalato a sua figlia. Il volatile fu sistemato in una gabbia bellissima, vezzeggiato e accudito con ogni premura, ma siccome era abituato a volare libero nel cielo, la vita nella gabbia ben presto gli divenne intollerabile. Così il pappagallo iniziò a deperire e arrivò quasi a rischio della vita, davanti agli occhi disperati ed impotenti della sua padrona.

Il mercante, che si era sinceramente affezionato all’animale, pensò allora di escogitare qualcosa per rendere meno crudele la prigionia, perciò andò dal pappagallo, e gli disse che poteva esprimere un desiderio che avrebbe esaudito; naturalmente non gli avrebbe potuto chiedere la libertà. Il pappagallo ci pensò un attimo e rispose: “Il mio desiderio è semplice. Voglio che tu vada nella giungla da cui provengo, e che trovi uno della mia specie. Devi soltanto dirgli che io sono racchiuso in una gabbia, e raccontare la mia penosa condizione di prigioniero. Poi osserva la sua reazione e torna a riferirmela. Ti chiedo solo questo.”

Il ricco mercante si mise in viaggio e andò nella giungla. Dovette fare delle ricerche assai lunghe e complesse ma alla fine, trovò un altro pappagallo rarissimo, della stessa specie del suo. Il mercante lo chiamò e gli disse: “Uccello, per favore, non avere paura, non voglio farti del male. Vengo come messaggero di un tuo simile, che ha espresso il desiderio di inviarti un messaggio. Il tuo fratello è prigioniero nella mia casa, chiuso in una gabbia e occupato a dilettare mia figlia. Voleva solo che tu sapessi della sua condizione, solo questo voleva che io ti dicessi.”

Appena il mercante ebbe pronunciato quelle parole, il prezioso pappagallo s’irrigidì, e cadde a terra come fulminato. Il mercante rimase sconvolto del decesso e pensò che quello era il volatile più sensibile che avesse mai incontrato, un’anima gentile o forse un parente del suo pappagallo, a cui la notizia della crudele prigionia aveva causato un’emozione fatale. Con quella notizia dolorosa si trovò di nuovo ad affrontare il viaggio di ritorno.

Una volta tornato a casa, il mercante andò dal suo pappagallo e gli raccontò l’episodio doloroso, senza tacere della morte del suo simile. Appena ebbe saputa la notizia, anche il suo pappagallo s’irrigidì e piombò a terra, come un povero ammasso di piume. Nuovamente il mercante restò scosso e pensò: “La morte dei loro simili li scuote nel profondo fino a fiaccargli il cuore. Che uomo insensibile sono stato a non avere compreso in tempo la nobiltà di questa indole, avrei dovuto offrirgli la libertà, ma ormai è troppo tardi. Non gli farò mancare almeno una dignitosa sepoltura, una tomba degna della grandezza del suo cuore.”

Mentre così diceva, il mercante trasse dalla gabbia il corpo inanimato del povero pappagallo, quindi lo adagiò su un drappo di seta per poterlo seppellire. Mentre lo osservava turbato e rifletteva sul misterioso decesso, il corpo del volatile si rianimò repentinamente e il pappagallo fuggì, volando fuori dalla finestra. Si trattenne per un momento sul davanzale, fuori dalla portata del mercante, per dire: “Ora avrai capito perché mio fratello, laggiù nella giungla, è stramazzato a terra? Quando gli hai detto che ero prigioniero lui, che non poteva parlare, mi ha inviato un messaggio e mi ha suggerito come fare per sfuggire alle tue grinfie: fingermi morto.” E quando ebbe risolto il mistero volò verso il cielo, finalmente libero.

Le storie didattiche sufi sono rivolte indifferenziatamente a tutti, non prevedono dei criteri di selezione che siano collegati a livelli progressivi di conoscenza. I concetti vanno in soccorso di colui che vuole intendere, per cui potrebbero rivelare diversi tipi di interpretazione, a secondo del livello di cognizione che siamo giunti ad investigare e rivelare. L’impatto della loro forza è correlato al livello di profondità a cui l’ascoltatore è disponibile a farne risuonare il messaggio.

Ognuno ne trae una morale o un messaggio, che è diverso, a seconda del punto del Sentiero a cui è giunti, e a seconda del livello di libertà dai luoghi comuni e dagli schematismi aridi a cui siamo pervenuti. Potremmo essere disturbati da una storia, o potremmo rifletterla senza poterla penetrare. E’ un buon segno! Significa che essa giunge a disturbare il livello interiore di cui abbiamo bisogno di avere buona cura, su cui dobbiamo maggiormente lavorare. Non ci mostrano delle nuove cognizioni, ma offrono solo una modalità diversa di vedere la nostra esistenza.
Buona erranza
Sharatan

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