"Di chi trascura la verità nelle cose piccole,
è meglio diffidare nelle grandi."
(Albert Einstein)
Siamo attratti dalle materie del mondo perché siamo sedotti dagli oggetti e la realtà si imprime in noi, perché le cose ci suscitano delle impressioni interne a cui uniamo dei sentimenti piacevoli o spiacevoli, perciò impariamo dal mondo che ci fornisce delle cognizioni sulla realtà, scopriamo i segreti della natura e indaghiamo sulle relazioni che esistono tra l’uomo e il mondo. In noi esistono tre campi distinti in modo netto, perciò il fatto di conoscere solo tramite l’uso dei sensi fisici diventa innegabile, ma è pure innegabile che il mondo esterno assuma un significato personale per il pensiero umano, infatti si aspira al dominio del mondo come un traguardo a cui dover tendere incessantemente.
Siamo uniti al mondo in tre modi, infatti abbiamo tre diversi aspetti insiti nella nostra struttura costitutiva: con il corpo sperimentiamo la realtà oggettuale, con l’anima entriamo in relazione con le sensazioni che le cose ci lasciano internamente, e tramite lo spirito che è la nostra componente divina, ci viene rivelato il senso che le cose nascondono il loro: in questo modo è chiaro il ruolo del corpo, dell’anima e dello spirito. Tramite il corpo entriamo in relazione con le cose, perché il corpo è costruito con le medesime materie del mondo perciò il corpo risuona insieme a loro, infatti sperimentiamo il mondo con i sensi e con essi possiamo conoscere anche noi stessi.
Non sappiamo percepire l’esistenza dell’anima perché essa è inaccessibile ai nostri sensi, perciò racchiudiamo in noi il nostro mondo animico e solo tramite lo spirito entriamo veramente nel mondo, poiché il mondo esterno viene riversato all’interno, perciò con lo spirito usciamo dai confini corporei quando sappiamo vedere le cose e vediamo in loro la struttura e il linguaggio dello spirito. Il linguaggio delle cose riguarda la loro natura interiore perciò questo ambito non appartiene all’uomo, in quanto la verità delle cose appartiene alle leggi dello spirito che ha infuso il suo ordine nel mondo. L’uomo può dirsi cittadino di tre mondi, dice Steiner, perché usando i sensi appartiene al mondo esterno percepito con i sensi, usando l’anima crea un mondo personale interiore, ma è solo se usa lo spirito può elevarsi in un mondo che è superiore ai primi due.
Le differenze dei tre mondi naturali sono presenti anche nella nostra struttura e riguardano le tre prospettive che possiamo usare per conoscere, infatti possiamo conoscere forme minerali, vegetali e animali così come possiamo conoscere la natura dell’uomo, poiché l'uomo “è imparentato con queste tre forme di esistenza.” Siamo affini ai minerali essendo costruiti con le stesse materie della pietra, come il mondo vegetale cresciamo e produciamo frutti e come gli animali percepiamo gli oggetti se li colleghiamo con i sentimenti che essi suscitano, perciò dobbiamo saper usare il mondo per fare esperienze.
Dobbiamo riconoscere la parentela con i tre regni naturali, poiché sono collegati a tre diversi modi di essere che sono innati nella struttura umana. Ma l’uomo è superiore all’animale, in quanto possiede “una struttura vigorosa e armoniosamente sviluppata di tutta la persona” e perché possiede un cervello che offre “la condizione prima e indispensabile per la conquista delle cognizioni superiori.” Nell’uomo non esistono solo le strutture dei tre regni inferiori, ma esiste anche la struttura specificatamente umana, sebbene siamo come minerali essendo visibili e tangibili, rassomigliamo ai vegetali per il ciclo della vita, e come gli animali abbiamo una sensibilità che plasma il nostro mondo interiore, ma l’esperienza umana è una condizione unica nel creato.
Anche la costruzione del mondo interiore è una condizione unica degli uomini, infatti ognuno costruisce il suo mondo sebbene la sensorialità sia la stessa per tutti gli uomini perciò ognuno ha la sua percezione particolare del mondo. La percezione si unisce al sentimento e riecheggia nell’uomo, ma la stessa esperienza può suscitare piacere o dolore, perciò ognuno ha la sua percezione animica. Al nostro interno abbiamo un secondo mondo che uniamo a quello esterno per agire sul mondo, ma dobbiamo usare la volontà per orientare l‘azione. La volontà ci spinge all’esterno per manifestare al mondo ciò che avviene al nostro interno, infatti “il fare” dell’uomo porta “l’impronta del suo mondo interiore,” dice Steiner.
L’anima si contrappone al mondo rivelando ciò che gli è proprio poiché insito interiormente, infatti essa forma il suo mondo interno con gli stimoli che il mondo gli impone, perciò il corpo è la base che sviluppa la componente animica, sebbene l’anima non sia condizionata solo dal corpo. Non siamo strutturati per vagare nelle sensazioni e per essere spinti dagli istinti casuali, perciò dobbiamo saper riflettere sulle nostre percezioni e sulle nostre azioni: riflettendo sulle percezioni acquisiamo la cognizione delle cose e riflettendo sulle azioni scopriamo il senso della vita.
L’uomo acquisisce il concetto di “uomo” se conosce sé stesso e se agisce orientato da un giusto pensiero, infatti l’anima deve assolvere a queste due necessità di conoscenza. Alle leggi del corpo siamo sottomessi dalla forza dell'impulso vitale, ma alle leggi del pensiero ci possiamo sottomettere per libera scelta, infatti abbiamo la libertà di scegliere la qualità del nostro pensiero. Come il corpo è diverso dall’anima così l’anima è diversa dallo spirito, infatti non possiamo raggiungere lo spirito se restiamo invischiati nei sentimenti e nelle esperienze del corpo, e se restiamo ancorati eccessivamente al mondo esterno o al mondo interno.
L’anima è la base per l’esistenza dello spirito, perciò indagando sulla natura dell’uomo e nella riflessione sul sé, conosciamo le differenze tra il corpo, l'anima e lo spirito. L’uomo comprende veramente sé stesso quando capisce l’importanza di “essere” e la qualità del suo pensiero, poiché sa differenziare il suo “fare” nel mondo, perciò il cervello è strutturato per analizzare la realtà. Il corpo è strutturato perché il cervello sia il “coronamento” dell’uomo, infatti la mente è lo strumento dello spirito, e nella sua struttura vi è la “base corporea dello spirito pensante.”
Molti credono che alle cognizioni superiori si giunga usando il calore della passione e la forza del sentimento, poiché credono che la mente sia fredda e che spenga il fuoco del sentimento, infatti così avviene nel mondo concreto delle cose concrete ma, nel mondo dello spirito, avviene all’esatto opposto. Non esiste alcuna forza che è superiore alla passione insita nei pensieri che giungono dai mondi superiori, perché essi sorgono “da sé” ma vengono conquistati solo con un “energico lavoro di pensiero.” Lo spirito non si lascia assoggettare dalla passione e dalla mente, poiché è lo spirito che li domina e li sottomette entrambi, infatti egli è il loro padrone.
Tutto nell’uomo è conformato per sviluppare le sue peculiarità perciò il cervello deve pensare, in quanto possiede la struttura minerale riflessa nell’apparato fisico cerebrale, ma il cervello nasce, cresce e percepisce usando anche le sensazioni e i sentimenti, perciò riflette anche le strutture dei regni vegetali e animali. Ma l’uomo è diverso dal minerale poiché nasce dall’organismo vivente, perciò il discendente si ricollega agli antenati continuando il ciclo vitale e completando l'evoluzione della specie. Le forme minerali hanno una struttura che usa solo le sue risorse, mentre gli organismi viventi si migliorano producendo dei discendenti, perciò la loro struttura congenita viene ottimizzata dall’evoluzione ulteriore.
La materia si modifica, ma la specie resta inalterata nella struttura e nella qualità della forza vitale, e la forza formatrice è invisibile per i sensi fisici che vedono solo la materialità del mondo concreto. E’ necessario avere l’apertura di un “organo di percezione superiore” che sa vedere la forza vitale che è oltre la forma, perciò dobbiamo imparare a vedere “la figura spirituale piena di vita” che si nasconde nell’uomo. Essa corrisponde al corpo eterico o vitale che è l’entità autonoma e reale che vitalizza il nostro involucro materiale, e che viene prodotta delle forze che creano anche il corpo fisico: coloro che hanno aperto “l’occhio spirituale” sanno vedere l’aura dell'uomo,così come l’occhio fisico vede un colore concreto.
Un corpo dimostra sempre la struttura per cui è stato creato, perciò anche il corpo eterico dimostra la struttura che lo collega allo spirito. Il corpo eterico infonde l'alito vitale perciò, dopo la morte, mentre il corpo fisico ritorna nel mondo minerale, il corpo eterico ritorna nella forza vitale dell’Anima Universale, perciò dicendo corpo eterico superiamo il senso del “corpo” come forma fisica, ma pensiamo a ciò che di animico oppure di spirituale può assumere forma. Il corpo eterico esce dall’uomo perché la sua forma oltrepassa quella del corpo fisico, e si muove con l’azione che gli viene impressa dalle sensazioni perché l’interno risponde sempre all’esterno, perciò le sensazioni raggiungano il cervello e con le sensazioni interiori creano l’anima umana. La percezione fisica è collegata alla forza vitale, perciò crea un’esperienza interiore ricca di afferenze e di reazioni che danno origine ai nostri sentimenti: e questo lavoro è svolto dall’anima senziente.
Anche l’anima è reale ma è invisibile ai sensi malgrado sia originata dalla percezione del corpo, perciò diventa visibile solo per l’occhio spirituale che vede nel mondo interno come l’occhio fisico vede il paesaggio esterno. La conoscenza dell’interiorità umana differisce negli uomini poiché chiunque può vedere al suo interno, ma vedere l’interno degli altri è possibile solo per il veggente che possiede un apparecchio percettivo superiore che è aperto. Il veggente non vede l’altro come questi percepisce sé stesso, ma lo vede filtrato dalla sua percezione, perciò un veggente percepisce “una manifestazione, una rivelazione del mondo della sensazione.”
L’anima senziente dipende dalle sensazioni del corpo e dalle sue tendenze istintuali, perciò viene sottomessa dalla forza del corpo da cui ricava l’energia che infonde nella sensazione interiore, perciò l’anima senziente dipende dalla corporeità umana. Il corpo agisce indirettamente sull’anima limitandola nell’involucro carnale, infatti l’anima è vincolata nei confini del corpo: il corpo limita l‘anima, ma l’anima va oltre il corpo, perciò sopravanza il corpo usando la sua forza potente che supera la forza del corpo. Tra il corpo fisico e quello eterico da un lato, e l’anima senziente dall’altro s’inserisce anche un corpo animico senziente, infatti avviene che la parte più raffinata dell’eterico si unisca alla parte più pura dell’anima senziente, ma può avvenire anche che la parte più grossolana possa prevalere e scegliere di essere unita al corpo fisico.
Anche l’anima ha la volontà di poter scegliere se unirsi al corpo oppure usare il pensiero per ascendere allo spirito. Ogni nostro processo fisico è anche la manifestazione di un processo vitale, infatti le sensazioni e le percezioni sorgono dall’anima, ma la sensibilità interiore viene condizionata dall’esperienza esterna. Anche l’anima senziente risente del corpo fisico, perciò usa l’uomo come un animale, perciò lo costringe con la forza degli istinti e delle passioni e usa le sue simpatie e le sue antipatie per averne il controllo.
Tutta la civiltà materialistica, dice Steiner, va pensata assolutamente così, in quanto fa una continua creazione di bisogni a cui trova modo di offrire soddisfazione, infatti costruisce dei servizi creando dei desideri e condizionando il pensiero, infatti il materialismo sfrutta le tendenze inferiori dell’anima senziente. Una grande massa di risorse mentali sono impiegate a questo scopo, e la costruzione di mezzi di trasporto e di comunicazione sempre più veloci, come il telegrafo e il telefono, sono stati creati per “soddisfare i bisogni dell’anima senziente.”
Anche l’anima senziente può scegliere se usare il livello superiore o l’inferiore, perciò può scegliere se collaborare con il sentimento o con il pensiero, infatti sceglie se vuole sviluppare creando l’anima razionale che nasce dall’evoluzione dell’anima senziente. Un organo di visione superiore sa vedere che è molto più evoluta di un anima che è schiava dei suoi capricci, perciò con il pensiero l’uomo s’innalza oltre la vita personale e conquista qualcosa che oltrepassa l’anima, perché le leggi del pensiero danno origine all’universo. L’uomo conosce la sua natura quando sa di essere incluso in questo ordine superiore, ma la verità non è soltanto presente nell’uomo, perché è innata nell’ordine del mondo,in quanto la realtà è indipendente dal sentimento umano.
Con il pensiero andiamo oltre la nostra vita personale e oltre le nostre peculiarità, perché le leggi che reggono il pensiero seguono la logica dell’universo: questo è il fatto più importante che l’uomo deve conoscere della sua struttura, infatti nell’uomo vi è l’esigenza della verità, ma essa non va collegata ai gusti dell’anima, perché la verità non usa una prospettiva unica. L’uomo ama la verità da cui ricava forza e gioia, perciò collega anche la verità delle cognizioni e alle sensazioni, ma la verità ha un significato autonomo insito nelle cose e indipendente dai gusti personali. Nella ricerca di verità l’anima si unisce a ciò a cui attribuisce un maggiore valore personale, ma il valore della verità non nasce dal capriccio dell’anima, poiché ciò che ha un autentico valore resta eterno e immutabile nel tempo, perciò è eterna e universale.
Questo fatto non è in contrasto con l’esistenza di verità transitorie che vengono superate, perciò l’uomo deve sapere che la verità intera appartiene solo a Dio, ma questo non nega il valore della ricerca della verità che può infondere “un’eterna ispirazione.” Se la verità fosse collegata al sentimento umano avrebbe una prospettiva personale e non sarebbe di soddisfazione alle aspirazioni dell’umanità, perciò essa possiede una essenza autonoma che è indipendente dalla nostra volontà.
Il bene è superiore alla volontà del singolo, perché non è sottoposto all’arbitrio dalla passione e del sentimento, infatti sia il bene che la verità sono le padrone della passione periò sottomettono anche il desiderio. Il piacere e il dolore sono prerogative dell’uomo, e l’uomo migliora se nobilita le sue passioni e le sue inclinazioni personali, perciò il bene e la verità si scelgono liberamente e non perché veniamo costretti con la forza. La verità è insita nella struttura umana, infatti l’assonanza diventa permanente se essa resta sempre presente e se diventa più potente dalla nostra volontà: quando l’anima attua la piena adesione interiore a ciò che è bene e che è vero, l’uomo s’innalza oltre l’anima senziente e sviluppa l’anima cosciente in cui può risplendere lo spirito.
Nell’anima cosciente che matura l'adesione totale risplende “una luce che è imperitura,” perciò l’anima partecipa all’elemento spirituale supremo, così come anche lo spirito accetta l'unione con l‘anima cosciente. Nella struttura umana vediamo come le forze del corpo agiscono sull’uomo traendolo verso il basso con l’azione che lo limita e lo costringe sempre più ancorato alla terra, mentre lo spirito attrae chimando l'uomo verso l’alto, perciò colmandolo di tutto ciò che è di bello e di buono può esistere, quindi diventa necessario sviluppare una sempre maggiore capacità ricettiva, perché sono tante le cose belle che possiamo avere in futuro.
Buona erranza
Sharatan
Nessun commento:
Posta un commento