martedì 17 marzo 2015

Tigre e Dragone



Nell’antica Cina i matrimoni venivano combinati dalle famiglie perciò gli interessati non potevano esprimere la loro volontà. I matrimoni erano dettati dalla convenienza e la possibilità di scegliere un buon partito era legata alle possibilità economiche della famiglia. Perciò la bella Tai Yin Nu quando fu arrivata a diciassette anni fu costretta ad accettare il matrimonio con un uomo scelto dalla famiglia.

La scelta dei genitori era caduta sul ricco ma volgare bettoliere del paese che, Tai Yin Nu accettò in marito obbligata dalla pietà filiale. D'altro conto, disse sua madre, come poteva sperare di meglio? Era una ragazza bella ma molto povera. La madre cercava di consolarla dicendole che la ricchezza del marito l’avrebbe confortata meglio dell'amore.

Non le sarebbe mancato mai nulla, anzi avrebbe avuto il benessere e forse l’amore sarebbe arrivato con il tempo. E se non fosse nata la passione, con il tempo, sarebbe nato l'affetto. Ma il matrimonio si rivelò un completo disastro, e il tempo non portò miglioramenti. All'inizio il bettoliere fu ammaliato dalla sposa. Nei primi mesi non faceva che seguirla e tenderle agguati amorosi e non perdeva occasione per buttarsi addosso alla bella moglie.

Ma lei non riuscì mai ad amarlo e neppure lui seppe darle l'affetto che aveva auspicato sua madre. Tai Yin Nu aveva fatto un matrimonio molto infelice. Nel giro di pochi mesi il marito fu assorbito di nuovo dalla sua attività e la trascurava. Si tratteneva fino a tardi nella sua taverna, ma gestiva gli affari con disinteresse. Essendo sempre svogliato e annoiato esagerava nel bere.

Una volta che si era ubriacato andava a sfogarsi a casa, sulla giovane moglie, e la maltrattava. Il suo amore, se mai c'era stato dell'amore da parte sua, si era completamente dissolto. Il desiderio o il capriccio si erano raffreddati subito dopo la nascita di loro figlio. Il bimbo era l’unica gioia di Tai Yin Nu. Era la cosa più bella che suo marito gli avesse mai dato perciò adorava il suo bambino.

Invece il bambino era una seccatura per il padre che se ne disinteressava, e poi l'uomo morì. Erano ormai sposati da sette anni quando l'uomo fu ucciso da una cirrosi dovuta alle sue sbronze. La povera vedova non potè far altro che prendere in mano la situazione e mettersi alla guida dell’attività di famiglia. Fu così che scoprì che il morto, durante la malattia che l'aveva condotto alla tomba, aveva trascurato troppo i suoi affari.

Alla fine le risultarono molti debiti da pagare. Nella taverna molti uomini gli ronzavano intorno, ma lei era fredda e insensibile con tutti i suoi corteggiatori. Non voleva più avere a che fare con gli uomini: un marito le era stato sufficiente! Ora Tai Yin Nu voleva badare solo agli affari. Il suo fascino rendeva bene, e la cassa della taverna era sempre ben piena.

Gestire l'attività si rivelò impegnativo e lei si ritrovò molto indaffarata in tante cose. Impiegava tutte le sue energie nel lavoro e trascurava il resto, compreso suo figlio. La stanchezza la rendeva brusca e troppo distratta, quasi sbrigativa con il figlio che si sentiva trascurato dalla madre. Il bambino soffriva perché la vedeva troppo poco.

La bella vedova lavorava sodo per saldare i debiti. Lavorava senza nessun aiuto per risparmiare e saldare le cose più urgenti, perciò lasciava il figlio con sua madre. La madre l'aiutava perciò Tai Yin Nu saldò tutti i suoi conti ma, poco dopo, il figlio si ammalò. Furono chiamati i medici migliori della provincia ma nessuno sembrò capirci nulla mentre il piccolo si aggravava.

Il suo male sembrava misterioso, e l'infelice madre era disperata perciò andò dall'indovino per avere un consulto. L’indovino disse che il bambino non era posseduto da nessuno spirito malvagio, ma il suo male era grave e si rischiava l'esito più fatale. L’uomo usò l’oracolo dello Yi Jing e ne ricavò un responso che raccomandava di trovare un veloce rimedio e che si doveva fare molto presto.

La donna si dichiarò disposta a fare anche l'impossibile senza badare a spese. L’indovino, allora le consigliò di andare a consultare Tai Xuan Nu, la Dama dei Grandi Misteri. La grande maestra Immortale viveva sulla montagna insieme ai suoi discepoli perciò Tai Yin Nu chiuse la locanda, affidò il figlio alla madre e prese la via delle nuvole.

L’immortale la ricevette nel suo santuario scavato nella roccia, nel cuore della montagna, proprio nel salone dove preparava i suoi adepti alla rinascita spirituale. La Dama dei Grandi Misteri la fissò con i suoi occhi penetranti e poi le disse: ”Ti ho preparato l’intruglio di erbe che può fermare il male di tuo figlio. Ma il bimbo non guarirà finché la madre non avrà riconquistato l’armonia interiore.”

La invitò a restare qualche giorno con lei a parlare del Tao e avere dei consigli pratici su come coltivarlo. Quindi le offrì uno strano intruglio di piante per facilitare l’armonia e le donò una copia del "Trattato dei Cinque Gioielli". Passarono insieme alcuni giorni poi la bella vedova si congedò dalla grande Immortale che la incoraggiò a seguire i suoi insegnamenti. La Dama la invitò a tornare a trovarla per avere altre istruzioni.

Fu così che la nuova adepta del Tao recuperò la pace interiore e che suo figlio ritrovò la salute. Ma la donna aveva imparato bene quella lezione, infatti assunse una serva per farsi aiutare nella gestione della taverna. Dedicò una parte del suo tempo ai suoi studi, continuò a praticare gli esercizi taoisti e si impegnò a studiare il libro senza dimenticarsi di accudire anche suo figlio.

Le cose andavano molto bene. Lei ritornò molte volte da Tai Xuan Nu, la Dama dei Grandi Misteri e studiò sotto la sua guida. Approfondì la via finché la via diventò una sola cosa con lei. Ma un giorno, mentre si congedava dalla sua maestra, l'Immortale le disse: “Non è necessario che ritorni la prossima volta. Ormai le nostre strade si dividono qui. Presto io lascerò questo mondo e tu troverai un nuovo maestro.”

Due giorni dopo, uno strano personaggio entrò nella sua taverna. Le sue vesti erano vecchie e scolorite, ma i suoi tratti raffinati e la sua gestualità molto aggraziata tradivano la buona origine e la natura del letterato. L’uomo era restato seduto al tavolo, in silenzio completo mentre centellinava il liquore più pregiato della sua taverna.

Mentre sorseggiava il liquore prelibato, lo sconosciuto la occhieggiava di nascosto. Non smetteva di guardarla di nascosto, perciò l’affascinante padrona di casa si era accorta dello sguardo insistente. Ma anche lei era restata ammaliata dalla brillante luce nera degli occhi dello sconosciuto. Come mai quell'uomo sembrava così diverso? Forse era anche lui un adepto del Tao, ma lei come poteva scoprirlo?

La donna voleva conoscere l’identità del viaggiatore sconosciuto. E quando lui chiese di pagare il conto andò, di persona, al tavolo e gli chiese 5 monete di rame. Certamente quel prezzo era esagerato per un bicchiere di liquore seppure pregiato. Ma lo sconosciuto non protestò e restò imperturbabile. Trasse una borsa di pelle e mise 5 monete di rame sul tavolo e davanti a lei formò il diagramma dei Cinque Elementi.

La donna chiese se sapesse contare quelle monete. L’uomo sorrise e disse: “Ecco il nord, l’Acqua e fa uno, poi il sud, il Fuoco e fanno due. C'è l’est, il Legno e fanno tre, poi l’Ovest, il Metallo e fanno quattro. Infine il centro, la Terra e fanno cinque.” Allo strano conteggio, la bella taverniera aveva sorriso dicendo: “Sapete contare molto bene. Quale cammino seguite?”

Lui rispose: “Sono sulle tracce della Tigre Bianca. E voi?” Lei gli disse: “Sono alla ricerca del Dragone di Giada.” Lo sconosciuto sorrise mentre diceva: “Allora ci siamo finalmente trovati! Voi come vi chiamate?” Lei rispose: “Mi chiamo Tai Yin Nu, la Dama del Grande Yin. E voi?” Lo sconosciuto disse: “Io sono Tai Yang Zi, il Maestro del Grande Yang.”

Dopo quella bella presentazione entrambi risero insieme di molto gusto. Poi Tai Yin Nu lo invitò nella Camera delle meditazioni dove trovarono molte cose belle da dirsi. Seppero così di aver trovato reciprocamente il proprio maestro. Restarono sempre insieme e condivisero i più reconditi segreti della via, e si aiutarono reciprocamente nella loro ricerca.

Si dedicarono molto spesso al gioco dello Stelo di Giada e del Loto Rosso e praticarono la condensazione del Soffio del Dragone. I taoisti credono che due fornelli che si collegano uno all’altro attivano una trasmutazione alchemica che rende Immortali. Ma anche se non crediamo alle loro idee, dobbiamo credere che i due si amarono molto perché l’Amore non è forse il Tao dell’eterna giovinezza e della felicità?

Buona erranza
Sharatan

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