domenica 7 febbraio 2010

Il Signore dell’Orso


Nei tempi immemorabili la Cina era una terra piena di clan, di tribù e di tante altre variegate popolazioni. Vi erano delle genti nomadi che seguivano le loro greggi nelle steppe, e vi erano delle genti stabili che avevano posto dimora in luoghi in cui potevano vivere comodamente, soprattutto lungo le rive del Fiume Giallo.

A causa della fame e dell’avidità personale vi erano anche delle popolazioni che preferivano vivere facendo razzia di beni e di donne altrui senza spezzarsi la schiena, e senza faticare troppo. Per tali genti il sangue non era un problema anzi ne apparivano inebriati, tanto che non facevano altro che ricercare scaramucce e battaglie, e si facevano delle rappresaglie tra di loro, e si spartivano con la prepotenza i frutti delle loro rapine.

In uno dei borghi abitati lungo le rive del fiume Giallo presi di mira dai predoni, viveva un giovane predestinato, di cui le sagge anziane del villaggio dicevano che la madre l’avesse concepito ancora vergine, nel tempo che precedeva le sue nozze con il figlio del capo clan. Le anziane sagge narravano che, in una notte senza luce era disceso un fulmine dal cielo proveniente dalla Costellazione dell’Orsa, ed era caduto davanti alla porta della vergine, perciò il seme da cui il bambino era nato era il Tuono, ma il Tuono lanciato dal Pilastro del Drago Celeste era in realtà il pene dell’Imperatore di Giada, il Signore del Cielo in persona.

Ma tutti irridevano alle chiacchiere di quelle sapienti perchè increduli di quello che esse andavano dicendo, sebbene il bambino rimanesse ben 12 mesi nel grembo di sua madre. Alla nascita il bambino si rivelò di precocità meravigliosa, in pochi giorni sapeva pronunciare le parole, a pochi mesi parlava e subito dopo già camminava, perciò fu messo sul dorso di un cavallo per imparare a cavalcare. All’età di 6 anni era un cavallerizzo provetto, sapeva maneggiare la spada, la lancia e lo scudo, a 8 anni gareggiava contro i migliori guerrieri del suo clan, a 12 anni prendeva parte ai combattimenti, e a 14 anni era il comandante supremo delle sue truppe.

Il giovane era dotato anche di poteri straordinari perché faceva degli strani sogni, aveva delle visioni, conversava con gli Spiriti della Natura, tanto che gli sciamani ben presto lo fecero entrare nella loro confraternita; e fu proprio nel corso di una iniziazione che fu mandato dagli anziani sciamani a cacciare l’orso in montagna, e il ragazzo ritornò al villaggio in groppa all’animale. Fu solo allora che tutti riconobbero come vera la visione delle donne sagge del villaggio, e gli sciamani gli diedero un nome d’uomo, e lo chiamarono Yu Xiong che significa il Signore dell’Orso.

Per tutta la vita Yu Xiong aveva conosciuto il terrore delle razzie dei predoni, aveva veduto negli occhi della sua gente le lacrime e il terrore provocati dalla crudeltà dei banditi, e non era disposto a sopportare che tutto quell’orrore continuasse più a lungo. Negli ultimi tempi i banditi erano diventati ancora più spietati, perché tutte le piccole bande di predoni si erano riunite sotto la guida di un capo astuto e sanguinario chiamato Chi Yu, e le loro scorrerie si erano intensificate senza che nessuno riuscisse a fermarli.

Si era riunita un’orda di sanguinari banditi che riuscivano a sfuggire ad ogni agguato, e che erano imprendibili come sabbia che scorre tra le dita, finché anche il padre di Yu Xiong cadde nel corso di un agguato a tradimento, e lui si ritrovò l’unico capo di un clan decimato dalle perdite, e fortemente demoralizzato dalle sconfitte patite. Allora Yu Xiong tornò alla montagna per reclutare un branco di orsi, che lui stesso addestrò alla battaglia e al combattimento poi iniziò, con le truppe rinfrancate da queste nuove forze, a seminare il terrore tra i nomadi predoni.

Le popolazioni dei luoghi in cui passavano le sue truppe si univano volentieri alle fila di Yu Xiong, incoraggiati dalla prospettiva di una vendetta, di una rivalsa, o di una lotta e fu così che, alla fine, egli si ritrovò alla testa di un potente e numeroso esercito che lo seguiva. Anche i menestrelli itineranti iniziarono a cantare nelle loro canzoni le gesta gloriose del Signore dell’Orso, così che ovunque si andò diffondendo la gloria delle sue gesta.

Nel corso di una spedizione Yu Xiong intercettò le truppe del sanguinario brigante Chi Yu, questi però ripiegò verso una gola montana, e si tirò dietro anche le truppe del Signore dell’Orso, che così si ritrovò improvvisamente intrappolato in un agguato: chiuso in una stretta gola di montagna e senza via di fuga. Era una trappola che fu completata con la discesa di una fitta nuvola di nebbia che venne a rendere tutto offuscato e confuso, così da non poter vedere neppure da quale parte gli venisse incontro la morte.

Gli sciamani delle steppe erano assai pericolosi, ed erano in grado d’intendersi assai bene con gli Spiriti della Bruma, perciò per giorni e giorni spinsero le truppe del Signore dell’Orso attraverso un labirinto inestricabile di strade di montagna, e in mezzo a un caos di viuzze di rocce. Essi vagarono a lungo, finché le truppe rimasero senza viveri ed acqua, e caddero stremate dalla lunga marcia che avevano sostenuto: ormai erano tutti sul punto di lasciarsi morire per la disperazione e per lo sfinimento.

Fu allora che Yu Xiong, il Signore dell’Orso smontò da cavallo, e si spinse fino in fondo ad una valle in cui sapeva che, secondo le regole della scienza del Feng Shui, vi era una forte condensazione di Soffio del Drago della Terra, quindi prese il suo tamburo e lo percosse con un ritmo lancinante e intonò uno strano canto, infine si lanciò in una danza scatenata. Fu così che entrò in trance per poter parlare con gli Spiriti della Bruma, ma essi erano legati dagli sciamani delle steppe assoldati dai nemici, perciò non vennero a rispondere alla sua chiamata.

Yu Xiong continuò a provare e riprovare finché cadde a terra sfinito, e allora il suo sguardo disperato si alzò verso il Palazzo Celeste dell’Imperatore di Giada, e umilmente gli chiese il suo aiuto. A quel punto la nebbia si diradò di colpo e un raggio di luce eccezionale scese dal cielo, essa si scompose a formare un meraviglioso arcobaleno, e sul raggio di luce discese una dama drappeggiata in una veste di 9 colori, con il viso illuminato da uno scintillio dorato.

La dama celeste si fermò su di una roccia davanti al Signore dell’Orso, e fece risuonare la sua meravigliosa voce: “Sono la Dama dei Nove Cieli e mi manda l’Imperatore di Giada che ha sentito il tuo disperato appello. Io ti porto i suoi doni perché lui ti riconosce come suo figlio e vuole fare di te il Signore dell’Impero di Mezzo.” La splendente immortale si levò nell’aria e sparì velocemente lasciandosi dietro un aroma inebriante di fiori di loto e di legno di sandalo.

Sulla roccia dove la dama si era posata, era rimasta una ciotola e due libri: essi erano un manuale di strategia militare e il primo YiJing, quindi Yu Xiong, il Signore dell’Orso aveva ricevuto il dono dell‘Arte militare e dell’Arte oracolare. Nella ciotola vi era dell’acqua, in cui galleggiava un pezzo di legno con una pietra magnetite, che è la pietra calamita, perciò Yu Xiong, il Signore dell’Orso, aveva ricevuto in dono da suo padre anche la prima bussola.

Per il Signore dell’Orso, armato di questi meravigliosi doni celesti, vincere la guerra diventò un gioco, e fu così che riuscì a mettere le mani sul suo nemico, il sanguinario capo dei banditi, conosciuto anche con il soprannome di Signore dei Lupi. Quando i popoli che vivevano lungo il corso del Fiume Giallo seppero che Yu Xiong, era il vincitore del capo dei briganti lo vollero come loro re. E il Signore dell'Orso era talmente magnanimo che volle che anche i vinti fossero felici per la sua vittoria pur nella loro sconfitta, poiché come l’acqua non può restare sulle montagne, così pure la vendetta non resta in un grande cuore, perciò lui li perdonò tutti, e li rese suoi sudditi fedeli.

Yu Xiong accolse sempre tutti nel suo grande regno, e numerose popolazioni vennero ad implorare la sua protezione, ottenendola sempre; così che la sua benevola dominazione si estese dalle pendici dell’Himalaya fino alle rive del Mar di Cina. Yu Xiong ottenne il nome di Figlio del Cielo e venne chiamato Huang Di, cioè l’Imperatore Giallo, perché il giallo è il colore associato all’elemento della Terra, che è il segno del concepimento. Egli divenne veramente il primo imperatore della Terra di Mezzo, cioè della Cina antica.

L’Imperatore Giallo si circondò di consiglieri onesti e devoti, egli privilegiò gli uomini saggi e favorì l’agricoltura, l’artigianato e la medicina, protesse anche le arti, la letteratura e la filosofia: egli fu veramente un monarca illuminato, e fu anche uno spirito elevato a livello universale. Nella sua vita aveva conosciuto tanta barbarie e tanto pianto che sapeva come fosse importante per pacificare l’animo dell’uomo, il poter godere del riso e della poesia. Si narra che avesse composto di sua mano sia le leggi che le poesie, gli è attribuita l’invenzione della ruota, la composizione di odi e di un trattato di saggezza: divenne il campione sia dei potenti che del popolo, che lo ha elevato al rango di dio.

Buona erranza
Sharatan


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