giovedì 18 dicembre 2008

E se dopo mi riaccendono?


Alla provocazione non c’è mai fine e così vedo provocatoria la notizia dell’intervento chirurgico eseguito al Cto di Torino nell’estate del 2007. L’intervento è consistito nella stimolazione corticale extradurale bilocale ed è “la prima volta al mondo che, con questa tecnica, si riporta alla coscienza un paziente in stato vegetativo permanente”. La paziente era nella stessa condizione in cui si trova Eluana Englaro. Lo ha reso noto il professore Sergio Canavero, il neurochirurgo delle Molinette che ha seguito la vicenda.
La ragazza di Gassino (Torino) aveva avuto un grave incidente automobilistico due anni fa. Dopo l’intervento, dicono i medici, la ragazza è “in grado di nutrirsi e obbedire a ordini”. Alla stimolazione è possibile affiancare, in seguito, un intervento al midollo spinale con l’utilizzo di cellule staminali. Già dopo quattro mesi , hanno spiegato i sanitari, si registravano “forti miglioramenti” e oggi la ragazza è in grado di masticare e deglutire. La famiglia ha tenuto un diario con foto e filmati che testimoniano i progressi.
Sergio Canavero, il neurochirurgo delle Molinette di Torino che nel 2007 ha operato la ragazza e ne sta valutando i progressi, traccia un parallelismo con il caso di Eluana Englaro: “Non conosco nel dettaglio il suo caso, ma in teoria, trattandosi di uno stato vegetativo permamente, anche la Englaro potrebbe essere sottoposta a stimolazione corticale extradurale bifocale - spiega Canavero - Ho detto in teoria, non per il fatto che per Eluana sono passati quasi 17 anni dall’incidente. La chiave è lo stato complessivo del corpo: se la paziente è gravemente cachettica non reggerebbe l’anestesia. Dunque questo elemento è discriminante. Tecnicamente tutti i pazienti in stato vegetativo permanente, che secondo le stime in Italia sono 2-3.000 e, possono essere sottoposti alla stimolazione. Ma una parte risponderà, l’altra no. Ritengo che circa la metà potrebbe essere operata con risvolti positivi.”

Chiamare in causa Eluana, un caso ormai definito, mi sembra una caduta di stile inopportuna e strumentale. Alla provocazione segue poi un cieco terrore per quello che ho letto. Ho il terrore, dico il terrore, di diventare un pechinese ammaestrato. Mi sale la paranoia. Metti che mi succede qualcosa e resto imprigionata nel mio corpo, impotente e assente, sospesa tra la vita e la morte. Sto lì come un burattino, sono girata e rigirata come una statua, tutta infiocchettata con tubi, fili e elettrodi.
Metti che durante il periodo di sospensione in salamoia, uno arriva e dice:”Questa qui la mettiamo a fare la ballerina classica”. Mi prendono e mi infilano nel tutù di pizzo e neanche mi posso scegliere il colore, così me lo mettono bianco. Sono impotente perché da poco rianimata, per cui sono costretta ad obbedire. Ragazzi! Già questa è una violenza, perché io adoro le arti marziali e la danza classica mi annoia terribilmente. Al minimo fatemi vedere un’incontro di pugilato. Ma no, perché da brava donnina devo essere gentile e leggiadra come un farfalla, per cui la danza classica è il meglio!
Allora hanno deciso che devo fare la danza classica, e quindi mi infilano il tutù e mi rimettono la corrente nei circuiti. Mi rianimano e devo ballare alla musica loro. Per pietà non guardatemi mentre eseguo delle giravolte che mi rendono ridicola. Mi sento un barboncino tosato per l’esposizione. Senza falsa modestia potrei anche fare la mia figura infilata nel tutù, ma per pietà, non me lo fate fare! Uccidetemi, piuttosto, con un colpo pietoso alla nuca.

Mettiamola sul ridere che è meglio, ma succede che io non voglio essere una bambolina che obbedisce ai comandi, piuttosto preferisco la morte. Non so gli altri come la pensino, ma mettersi nei panni altrui fa ragionare meglio, per cui gioco a pensare. Cosa succede se muori a metà e dopo ti riaccendono?
Ti farebbe piacere essere impotente e passivo di fronte alle scelte sulla tua vita? Ti piacerebbe sapere che la tua volontà è pari a zero, e che il tuo libero arbitrio te lo scordi? Possono fare di te quello che vogliono e richiamarti alla vita, decidendo che per te, la vita che loro vogliono: quella è la tua vera vita!
E se per te il concetto di vita, di felicità e di realizzazione fosse diverso, come fai ad affermarlo? Come lo spieghi e lo difendi? E se il tuo concetto di felicità è tanto difficile da far capire alle persone che ti amano di più, o forse diviene incomprensibile proprio per le persone che ti amano maggiormente?
Chi ti ama vuole per te, pensa per te, ambisce al tuo bene, alla tua felicità. Agisce, o dice di farlo, per renderti felice. E’ inaccettabile! Permetti che dica io cosa mi rende felice? Facciamo il gioco che io scelgo per me stesso e tu per te?

Allora il sentimento della rianimata, il pensiero di colei che viene richiamata - dell’interessata per intenderci - lo conosciamo? Lei cosa avrebbe voluto per se stessa? Vorrei tanto che ci tenessero al corrente, sull’evoluzione del sentimento, della consapevolezza e della qualità della vita di questa ragazza rianimata. Vorrei sapere cosa dirà quando potrà dire la sua opinione.
Allora mi sembra sempre più urgente la necessità di procedere alla legge sul testamento biologico, perché è una battaglia di libertà, è un indice di democrazia. Procrastinarla è pericolosissimo perché rischia di fare scatenare le fazioni pro e contro la scienza, e questo sarebbe letale per la ricerca. La scienza deve andare avanti e fare anche dei tentativi di questo tipo, perché qualcuno potrebbe giovarsene. Guai a fermare il progresso!
Il punto è un altro e la scienza non è coinvolta: il punto è che dobbiamo essere liberi di poter dire cosa vorremmo per noi stessi. Fatelo dire a noi, che su di noi, sappiamo dire, e fateci scegliere di essere felici con il nostro concetto personale di felicità. Lasciateci dire se vorremmo essere trattenuti con tutte le forze e con tutti i mezzi possibili. Lasciateci dire se vogliamo vivere ad ogni costo. Fammi dire che morire mi sta bene - quando sarà il momento e quando non potrò più godere della vita con quella intensità che è nella mia mente e del mio cuore o quando potrei soffrire troppo - accettalo anche se il mio concetto di vita è diverso dal tuo. Questa è civiltà vera, altro che lotta per la vita!
Per quanto mi riguarda, quando mi spengo, chiudete tutto e lasciatemi andare. Se mi lasciate andare, prometto che la prossima vita vi ballo “Il lago dei cigni” con un bel tutù rosso fuoco.
Buona erranza
Sharatan ain al Rami

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